lunedì 27 agosto 2018

Stoker: omicidi in famiglia


Ciao a tutti. Premetto che è il primo film del regista sud-coreano Chan-Wook Park (Oldboy, Lady Vendetta, Mr. Vendetta) che vedo. Lo specifico perché probabilmente quello che seguirà non piacerà ai fan dell'autore, che sicuramente lo capiscono più di me.
Ho deciso di vedere Stoker (2013) in quanto Nicole Kidman (Evelyn Stoker, The Hours, The Others, Moulin Rouge) e Mia Wasikowska (la figlia India Stoker, Alice nel paese delle meraviglie) mi sembravano una buona premessa per la riuscita di questo film. Ad oggi, qualche mese dopo averlo visto, non so ancora dire se mia sia piaciuto o meno.
ATTENZIONE SPOILER!
ATTENZIONE FILM CONSIGLIATO AI MAGGIORI DI 16 ANNI!
Stoker è una storia di morte, non solo per il coniuge di Evelyn e padre di India, cui lei era molto legata a differenza della moglie, ma anche per gli omicidi che avvengono durante il film.
La storia inizia con il funerale del sig. Stoker e la comparsa del suo misterioso fratello Charles (Matthew Goode, il secondo marito di Mary in Downtown Abbey; The Imitation Game), che mette scompiglio tra le donne di casa in quanto zio sconosciuto con un certo fascino.
Alla venuta di questo inaspettato parente si accompagnano inspiegabili sparizioni. Infatti sia la governante (di cui nessuno si preoccupa, cosa alquanto insolita nonostante la differenza di ceto sociale tra lei e le protagoniste) che la zia di Charles sono introvabili, ma alle due donne Stoker in questo momento difficile ci pensa lo zio, tanto da farle innamorare entrambe di lui.
Quando la vera natura di Charles si rivela (nulla di sovrannaturale come può ammiccare il titolo del film, ma "semplicemente" un omicida in apparenza senza cuore il cui unico obiettivo è scappare con India, di cui è maniacalmente innamorato) si scopre anche l'indole assassina insita nel DNA di India, che si è sviluppata andando a caccia col padre.
I personaggi sembrano statici nei loro comportamenti fino a che non vediamo emergere la loro vera natura: questa li fa uscire dalla precedente staticità apparente dando libero sfogo alle loro repressioni ed emozioni. Le due protagoniste riescono a portare in evidenza questa evoluzione in maniera molto naturale, dimostrandosi delle professioniste.
Gli impulsi sessuali repressi delle due donne Stoker verso il medesimo uomo rispecchiano la rinascita di tali sentimenti in Evelyn e la nascita degli stessi nella giovane India. La scena della sua masturbazione nella doccia dopo aver assassinato e sepolto in giardino un ragazzo aiutata dallo zio è chiaramente un segno dell'instabilità di India, che sente sempre di più la vicinanza dell'uomo che la gravità del fatto commesso.
Scoperto che Charles ha assassinato l'amato padre, India decide comunque di scappare con lui. Non si capisce se è la sua reale intenzione, in quanto alla fine salva la madre dalla morte uccidendo lo zio, scappando poi di casa da sola.
Le intenzioni del regista per me sono poco chiare; emergono pulsioni e sentimenti contrari alle regole sociali ma nulla di più profondo. Mi sarei aspettata un'analisi più approfondita della società e dei personaggi, ma o non era nelle sue intenzioni o forse è lo spettatore che deve decidere se farla o meno. Fatto sta che mi ha lasciata un po' dubbiosa.
Neanche il tema dei familiari "malati" con istinti omicidi viene approfondito, anzi è una delle cose che può passare o meno nella mente dello spettatore e nulla di più.
Mi ha lasciata scettica anche lo stile di regia. Alcune inquadrature sono bellissime e poetiche (ad esempio i fiori bianchi e rossi dei primi minuti del film, ripresi alla fine e mostrati per quello che sono, cioè dei fiori macchiati di sangue; le insistenti inquadrature delle scarpe di India, che mostrano il suo cambiamento e la sua crescita), mentre altre paiono inutili al fine narrativo.
Nonostante le buone interpretazioni dei protagonisti di questa storia non so dire se Stoker mi sia piaciuto o meno; è interessante e diverso dagli altri film del suo genere, ma gli manca quel qualcosa  per farmelo rivedere una seconda volta.




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