Ciao a tutti. Premetto che è il primo film del
regista sud-coreano Chan-Wook Park (Oldboy,
Lady Vendetta, Mr. Vendetta) che vedo. Lo specifico perché probabilmente quello
che seguirà non piacerà ai fan dell'autore, che sicuramente lo capiscono più di me.
Ho deciso di vedere Stoker (2013) in quanto Nicole Kidman (Evelyn Stoker, The Hours, The Others, Moulin Rouge) e Mia Wasikowska (la
figlia India Stoker, Alice nel paese delle meraviglie) mi sembravano una buona premessa per la riuscita di questo
film. Ad oggi, qualche mese dopo averlo visto, non so ancora dire se mia sia
piaciuto o meno.
ATTENZIONE SPOILER!
ATTENZIONE FILM CONSIGLIATO AI MAGGIORI DI 16 ANNI!
Stoker è
una storia di morte, non solo per il coniuge di Evelyn e padre di India, cui lei
era molto legata a differenza della moglie, ma anche per gli omicidi che
avvengono durante il film.
La storia inizia con il funerale del sig. Stoker e la
comparsa del suo misterioso fratello Charles (Matthew Goode, il secondo marito di Mary in Downtown Abbey; The Imitation Game), che mette
scompiglio tra le donne di casa in quanto zio sconosciuto con un certo
fascino.
Alla venuta di questo inaspettato parente si accompagnano
inspiegabili sparizioni. Infatti sia la governante (di cui nessuno si
preoccupa, cosa alquanto insolita nonostante la differenza di ceto sociale tra
lei e le protagoniste) che la zia di Charles sono introvabili, ma alle due
donne Stoker in questo momento difficile ci pensa lo zio, tanto da farle innamorare
entrambe di lui.
Quando la vera natura di Charles si rivela (nulla di
sovrannaturale come può ammiccare il titolo del film, ma
"semplicemente" un omicida in apparenza senza cuore il cui unico
obiettivo è scappare con India, di cui è maniacalmente innamorato) si scopre
anche l'indole assassina insita nel DNA di India, che si è sviluppata andando a
caccia col padre.
I personaggi sembrano statici nei loro comportamenti
fino a che non vediamo emergere la loro vera natura: questa li fa uscire dalla
precedente staticità apparente dando libero sfogo alle loro repressioni ed
emozioni. Le due protagoniste riescono a portare in evidenza questa evoluzione
in maniera molto naturale, dimostrandosi delle professioniste.
Gli impulsi sessuali repressi delle due donne Stoker
verso il medesimo uomo rispecchiano la rinascita di tali sentimenti in Evelyn e
la nascita degli stessi nella giovane India. La scena della sua masturbazione nella doccia dopo aver assassinato e sepolto in giardino un ragazzo aiutata dallo
zio è chiaramente un segno dell'instabilità di India, che sente sempre di più
la vicinanza dell'uomo che la gravità del fatto commesso.
Scoperto che Charles ha assassinato l'amato padre,
India decide comunque di scappare con lui. Non si capisce se è la sua reale
intenzione, in quanto alla fine salva la madre dalla morte uccidendo lo zio, scappando poi di casa da sola.
Le intenzioni del regista per me sono poco chiare; emergono
pulsioni e sentimenti contrari alle regole sociali ma nulla di più profondo. Mi
sarei aspettata un'analisi più approfondita della società e dei personaggi, ma o non era nelle sue intenzioni o
forse è lo spettatore che deve decidere se farla o meno. Fatto sta che mi ha
lasciata un po' dubbiosa.
Neanche il tema dei familiari "malati" con
istinti omicidi viene approfondito, anzi è una delle cose che può passare o
meno nella mente dello spettatore e nulla di più.
Mi ha lasciata scettica anche lo stile di regia.
Alcune inquadrature sono bellissime e poetiche (ad esempio i fiori bianchi e
rossi dei primi minuti del film, ripresi alla fine e mostrati per quello che
sono, cioè dei fiori macchiati di sangue; le insistenti inquadrature delle scarpe
di India, che mostrano il suo cambiamento e la sua crescita), mentre
altre paiono inutili al fine narrativo.
Nonostante le buone interpretazioni dei protagonisti
di questa storia non so dire se Stoker
mi sia piaciuto o meno; è interessante e diverso dagli altri film del suo
genere, ma gli manca quel qualcosa per farmelo rivedere una
seconda volta.
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