mercoledì 27 febbraio 2019

Il truffacuori: la leggerezza divertente

Se avete bisogno di una commedia che vi faccia ridere spontaneamente, senza essere volgare e troppo scontata, guardatevi Il truffacuori(L'arnacoeur, 2010). 
Immagine da Imdb.com

Romain Duris e Vanessa Paradis interpretano rispettivamente Alex e Juliette, un "rompi coppie" e la sua nuova "vittima". 

Il lavoro di Alex consiste nell'essere assoldato da parenti e amici di donne apparentemente felici che in realtà non lo sono, per sedurle solamente con un bacio e delle parole, aprendo loro gli occhi sulla felicità che potrebbero avere nella vita.
L'inizio è divertente: conosciamo Alex in Marocco, che finge di essere un medico che porta dei vaccini in un villaggio sperduto. La ricostruzione della location e la ricerca di informazioni sulle donne la fanno i due colleghi del seduttore, cioè la sorella e il di lei marito, Mélanie (Julie Ferrier) e Marc (François Damiens).
Anche se i tre truffacuori si occupano solamente di donne che si trovano in una relazione infelice, Alex deve accettare di far separare la ricchissima enologa Juliette, fidanzata e prossima al matrimonio con l'inglese Jonathan (Andrew Lincoln, Mark in Love Actually e Rick in The walking dead), per saldare un debito e risanare la sua attività.
Scatta quindi il piano di seduzione, al quale Juliette sembra esserne immune! Alex si finge sua guardia del corpo assunta dal padre e le prova tutte, ma anche le sue lacrime finte non funzionano (l'uomo riesce a piangere a comando; le scene di pianto ti fanno piegare in due dalle risate! N.d.M.).
Deve quindi impegnarsi maggiormente e conoscere a fondo la donna: guardare Dirty Dancing e imparare a ballare come Patrick Swayze è quindi il primo successivo. Farla ballare con lui il successivo. Ma non sarà facile, dato che Sophie (Héléna Noguerra), amica di vecchia data di Juliette, si presenta all'improvviso e tenta di sedurre  Alex.
A rendere ancora più complicata la faccenda è l'arrivo del fidanzato di Juliette a Monaco. Alex nel frattempo ha capito che Juliette non è la compassata persona che vuole far intendere...

E' evidente fin dal principio che Alex si innamorerà di Juliette, ma lei si innamorerà di lui? Lascerà il ricco fidanzato, con cui ha una solida relazione, per uno scapestrato come Alex?
Questo lo lascio decidere a voi, anche se a mio avviso sarebbe stato meglio far finire il film in un altro modo...
Fatemi sapere cosa ne pensate; a me è piaciuto, mi sono divertita a vedere un film francese leggero ma ben studiato, con una location come il Principato di Monaco con vedute mozzafiato, da confrontare con quelle di altri film, quali Caccia al ladro del maestro Hitchcock.






martedì 26 febbraio 2019

Gli Oscar: qualcosa in più sugli Academy Awards

Christopher Polk/Getty Images

Tutti stanno parlando della cerimonia degli Oscar 2019 svoltasi domenica 24 febbraio al Dolby Theatre, Los Angeles. Sappiamo che Bohemian Rapsody ha vinto 4 premi, che Black Panther è il primo film della Marvel ad aver spopolato a questa cerimonia (3 statuette, tante quante Green Book e Roma), che i gossip intorno a Bradley Cooper e a Lady Gaga si sprecano. 

Ma cosa sappiamo veramente di questo premio?
Il premio Oscar è la statuetta più popolare, anche se forse non la più prestigiosa (perché talvolta i premi assegnati sono attorniati da polemiche o sono attribuiti a film di grande successo al botteghino). E' anche la cerimonia di premiazione cinematografica più longeva, perché la prima edizione si è svolta nel 1929. Altri premi importanti e noti sono nati solo negli anni successivi: il Leone d'oro di Venezia nel 1932, la Palma d'oro di Cannes nel 1939, l'Orso d'oro di Berlino nel 1951 e i BAFTA di Londra solo nel 1974. 
Il vero nome della statuetta è Academy Award, in quanto il premio è assegnato dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, composta da lavoratori nell'ambito del cinema.
La premiazione rappresenta un appuntamento importante dell'inverno, tanto da avere una risonanza non solo nel mondo cinematografico ma anche in quello della moda. Il red carpet infatti è una vera e propria sfilata di abiti estrosi, colorati ed eleganti che trasformano il pubblico in giudici d'alta moda, da veri seguaci di Carla Gozzi ed Enzo Miccio.
Dal 2002 la cerimonia è ospitata al Dolby Theatre (Kodak Theatre fino al 2012, anno in cui la Kodak ha interrotto la sponsorizzazione), sull'Hollywood Boulevard e si tiene l'ultima domenica di febbraio. In Italia è trasmessa live da Sky nel suo canale Sky Cinema, come anche il red carpet. 
La cerimonia negli anni si è arricchita di premi, seguendo l'evoluzione del cinema e della tecnologia ad esso associata. Ad esempio la categoria premio Oscar al miglior film d'animazione è stata creata negli anni Duemila, assegnandolo la prima volta nel 2002 a Shrek. Non così recente come pensate è la categoria migliori effetti speciali, perché è del 1940; del 1968 è il miglior montaggio sonoro invece, quarantun anni dopo il primo film sonoro (Il cantante di Jazz, 1927) e dopo decenni di musical.
Venire anche solo nominati in una delle candidature apre le porte a una carriera più florida e fa sì che attori, registi, scenografi e costumisti vengano conosciuti maggiormente dal grande pubblico. 
La statuetta più ambita è ovviamente quella per il miglior film, seguita a ruota da miglior attore e migliore attrice protagonisti. Per i film italiani e in generale per quelli non statunitensi vincere il premio di miglior film straniero è il riconoscimento d'eccezione, come è accaduto nel 1999 per La vita è bella di Roberto Benigni, ma non è escluso che un film possa rientrare in entrambe le categorie, come è successo quest'anno per Roma di Alfonso Curaón (vincitore dell'Award per miglior film straniero). 
Charlize Theron
in Monster,
da Imdb.com
Spesso gli attori sono in nomination e ricevono il premio quando il loro aspetto subisce notevoli trasformazioni. Vediamo ad esempio Charlize Theron in Monster, che ha stravolto il suo corpo da attrice e modella, mostrando quindi le sue doti attoriali. 
Quest'anno Christian Bale era in lizza come miglior attore protagonista per la sua interpretazione di Dick Chaney in
Christian Bale in Vice,
da Imdb.com
Vice. Per assomigliare al vicepresidente di George W. Bush Bale si recava al trucco alle due di notte di ogni giorno, per essere pronto al mattino per le riprese. Lo stravolgimento del proprio corpo non è stato sinonimo di vittoria, perché Bale non ha vinto la statuetta, ma sicuramente ci dimostra il coraggio e la capacità recitativa di una persona, che in un'epoca in cui l'apparenza e l'eccessiva cura di sé sono portati all'estremo si trasforma per raccontare una storia in cui crede. 

Entrambi i ruoli interpretati dalla Theron e da Bale ritraggono personaggi realmente esistiti. Molti attori hanno vinto un premio Oscar per aver portato sullo schermo un personaggio reale del passato. Tre attori premiati come migliori protagonisti che mi hanno molto emozionata negli anni scorsi sono stati: Helen Mirren per Elizabeth II in The Queen (2007), Meryl Streep per Margareth Tatcher in The Iron Lady (2012) e Colin Firth per Re Giorgio VI in Il discorso del re (2011). Una visione personale, forte e intensa di tre personaggi del secolo scorso (e di quello attuale per quanto riguarda la Regina Elisabetta) che sono stati dei ruoli chiave nel governo della Gran Bretagna (penso che non appena guarderò L'ora più buia dovrò alimentare questa lista.. N.d.M.).
I film drammatici come possiamo vedere vanno per la maggiore, ma ci sono delle eccezioni, come ad esempio Julie Andrews che vinse come migliore attrice in Mary Poppins nel 1965.
Interessanti sono poi i due Oscar per la sceneggiatura: originale e non originale. La differenza sta nel fatto che una sceneggiatura non originale deriva da un'opera già pubblicata, come ad esempio un romanzo, o da un altro film o altre fonti. E' quindi già stata proposta ed è nota. Numerosissimi sono gli adattamenti di libri che si sono portati a casa una statuetta: si va da Piccole donne (1934) di Louise May Alcott a Via col vento (1940) di Margaret Mitchell, ai più moderni Il silenzio degli innocenti (1992) di Thomas Harris al vincitore 2019 BlacKkKlansman di Ron Stallworth. 
Vi lascio con il video della vittoria di Rami Malek come attore protagonista per l'interpretazione di Freddie Mercury in Bohemian Rapsody, ricordando agli scettici che Twilight saga qualcosa di buono ha portato al cinema. Rami infatti ha recitato in Breaking Down part 2 nel ruolo del vampiro Benjamin. Altra attrice che è stata nominata all'Oscar (come miglior attrice non protagonista) che ha anche recitato in Twilight è Anna Kendrick, per Tra le nuvole (guardatelo perché è un film molto bello).






  






lunedì 25 febbraio 2019

The Artist: una dichiarazione d'amore al cinema

Dato che ieri sera si è svolta la notte degli oscar 2019 ho deciso di parlarvi di un film che nel 2012 di Oscar ne ha vinti ben 5: The Artst (id., 2011)Miglior film, Miglior regia (Michel Hazanavicius), Miglior attore protagonista (Jean Dujardin), Miglior colonna sonora, Migliori costumi: su dieci nomination ha portato a casa cinque statuette, tutte meritate. 
Immagine da IMDB.COM

The Artist narra la storia del divo del cinema muto George Valentin (Jean Dujardin, The Wolf of Wall Street, Il ritorno dell'eroe)  in un periodo importante della storia del cinema: il delicato passaggio dal muto al sonoro. Prima gli attori, anzi, gli artisti come Valentin, in assenza di parole riuscivano a trasmetterci quello che pensavano e provavano attraverso la gestualità e la loro mimica facciale. Con l'introduzione del sonoro parole, dialoghi e musica risuonano nelle sale cinematografiche e gli attori si devono velocemente adeguare a questa importante novità tecnologica. Ma Valentin non riesce ad integrarsi in questo mondo, rifiuta la novità che sta cambiando il cinema per come lo aveva vissuto e contemporaneamente vede la giovane Peppy (Bérénice Bejo) farsi strada e diventare famosa, mentre lui rimane immobile e si autodstrugge.
Il film è un grande omaggio al cinema muto: non presenta dialoghi, è accompagnato per tutto il tempo da una musica che si accorda perfettamente alle scene, tanto da esserne parte integrante. I rumori, cioè il sonoro diegetico, sono quasi del tutto assenti. Per chi non è abituato a guardare un cosiddetto film "muto" inizialmente farà un po' di fatica, ma superatela perché non ne rimarrete delusi.
Vedere un film contemporaneo senza ascoltare dei dialoghi mi ha fatto riflettere sull'importanza della capacità recitativa degli attori, della scenografia, della musica e dell'integrazione di tutto questo in una superba regia. Perché solo un grande regista riesce a fare quello che più di un secolo fa era il cinema degli esordi, senza risultare pesante o fuori dal tempo, ma anzi creando quasi una magia sullo schermo.
Gli attori sono fantastici: proprio come quelli del cinema degli esordi non ti fanno distogliere lo sguardo dallo schermo per la loro bravura, fatta di mimica facciale (appositamente enfatizzata all'inizio del film), movimenti, presenza scenica. I due protagonisti riescono a trasmettere le loro emozioni e i loro pensieri, tanto che i cartelli dei dialoghi risultano spesso superflui. 
La fotografia è sublime, il bianco e nero è così caldo e realistico che ci si dimentica subito dell'assenza dei colori, perché in realtà sono già sullo schermo.
The Artist è un film che va visto, gustato e apprezzato per la sua perfezione. Se non lo avete già fatto godetevi questo ritorno al passato, che spero possa farvi venire voglia di vedere e apprezzare le pellicole degli anni '10 e '20.




giovedì 7 febbraio 2019

Adaline: il riscatto di Blake Lively

Adaline, l'eterna giovinezza (The Age of Adaline, 2015) è la dimostrazione che Blake Lively non è solo una bella donna, ma è anche in grado di recitare. 
Dopo sei stagioni di Gossip Girl passate a interpretare la vita della ricca e disinibita Serena Van Der Woodsen, Blake ha recitato nel flop della DC Comics Lanterna Verde (sul set del quale ha conosciuto suo marito Ryan Reynolds) ma è dopo la sua interpretazione di Adaline che Woody Allen la sceglie per Café Society. Anche se nel film di Allen la volubile protagonista femminile è Kristen Stewart (Bella di Twilight), Blake la oscura totalmente con la sua eleganza (in più ci si chiede per tutto il film come faccia Jesse Eisenberg a preferire la Stewart a lei).
La delicatezza con cui interpreta Adaline, una perenne giovane donna incapace di invecchiare, il modo in cui ci trasmette i suoi pensieri, le sue paure e i suoi sentimenti fanno commuovere il pubblico. 
Adeline fino si suoi 29 anni ha vissuto la sua vita normalmente: è cresciuta, si è innamorata, si è sposata, ha avuto una figlia ed è rimasta prematuramente vedova. Nel 1937 è vittima di un incidente d'auto, durante il quale la sua auto finisce in un lago ghiacciato. Il suo cuore ha smesso di battere ma un fulmine che la colpisce le restituisce la vita, dandole anche una sorta di immortalità. Da quel giorno Adaline non invecchia più: è come se il tempo si fosse fermato ma solamente per lei. 
Successivamente braccata dall' FBI, deve lasciare la figlia Flemming (interpretata da giovane da Cate Richardson) e decide di cambiare identità ogni dieci anni, per non insospettire nessuno e permettere alla figlia di farsi una vita propria. 
Cambiano così i nomi, ma il suo aspetto rimane sempre lo stesso. Non una ruga, non un capello bianco ci fanno capire che Adaline ha ben più degli anni che dichiara.
Grazie a una voce narrante capiamo che al giorno d'oggi sta per succedere qualcosa di diverso, qualcosa che forse cambierà la vita di Adaline e della figlia ormai anziana (una bravissima Ellen Burstyn, L'esorcista, House of Cards), l'unica a conoscere il suo segreto. 
Ovviamente è un nuovo amore, il primo dopo tantissimo tempo, quello per il dolce e ricco Ellis Jones (Michiel Huisman, che abbiamo ammirato in serie TV come Il Trono di Spade - Daario Naharis - e Nashville), che la fa vacillare dai suoi propositi. 
Complici un vecchio amore che la riconosce (non vi sto spoilerando nulla, è chiaro essere Harrison Ford fin dal trailer) e la voglia di smettere di scappare daranno ad Adaline la possibilità di essere felice.
Nonostante dal trailer potesse sembrare un film drammatico senza lieto fine ma con solo lacrime, mano mano che la storia si sviluppa capiamo esattamente come andrà a finire (i colpi di scena sono veramente pochi, o almeno secondo me la sceneggiatura si scrive da sola), ma la dolcezza con cui sono presentati i personaggi e i sentimenti che emanano (bravi gli attori che li interpretano) fanno sì che il film sia godibile dall'inizio alla fine.

Avrei preferito un approfondimento maggiore delle diverse vite di Adaline, con ulteriori flashback e racconti; inoltre alle scene esplicative tra lei e William (Ford) e lei ed Ellis non è stato dato il tempo che meritavano ma in poco meno di due ore di film abbiamo attraversato il ventesimo secolo con gli occhi di una ventinovenne.



mercoledì 6 febbraio 2019

Gossip Girl: la vita assurda dell'élite di Manhattan




Gossip Girl (2007 - 2012) è una serie tv tratta dai libri di Cecily von Ziegesar che racconta le vite privilegiate  dei giovani dell'Upper East Side di Manhattan.

I ricchi e viziati Serena Van Der Woodsen (Blake Lively, A simple Favour, Adaline l'eterna giovinezza), Blair Waldorf (Leighton Meester, Single Parents), Nate Archibald (Chace Crawford), Chuck Bass (Ed Westwick) si contrappongono all'outsider Dan Humphrey (Penn Badgley, You) di Brooklyn, che insieme alla sorella Jenny (Taylor Momsen) frequenta la stessa scuola privata a Manhattan.
La vita di questi ragazzi è sempre sulla bocca di tutti perché il sito dell'anonima Gossip Girl riporta i pettegolezzi su di loro, con conseguenti litigi e umiliazioni.
Dan Humphrey, immagina tratta da Wikipedia
Mentre Dan inizialmente non vuole entrare in questo mondo basato sul denaro e sul lusso, Jenny anela a farne parte tanto da rubare abiti firmati e umiliare le persone più deboli pur di diventare regina della scuola.
Ma non può diventarlo fino a che Blair Waldorf, figlia di una famosa stilista di alta moda, non si diplomerà. 
Blair Waldorf, da Wikipediada Wikipedia
E' lei infatti a regnare sulla Constance, imponendo moda, gusto e chi frequentare, tanto da avere delle tirapiedi che sembrano le sue fotocopie.
La storia inizia quando la sua migliore amica Serena ritorna in città, innescando quel rapporto di amore e odio tra le due, basato sull'invidia e sull'egocentrismo, che le accompagnerà fin quasi all'ultima puntata.
Tra tradimenti, amori e rapporti malsani, la vita di questi ragazzi continuerà fino all'università (che inspiegabilmente nessuno frequenterà più dalla quinta stagione) e al mondo del lavoro; alcuni di loro effettivamente hanno un impiego (direttore di un giornale di successo Nate, magnate dell'immobiliare Chuck, scrittore Dan) mentre per altri (Serena) non è dato sapere se intraprenderanno una carriera lavorativa o se faranno quello per cui sono nati: i mantenuti che sperperano i soldi dei genitori.

Non fraintendetemi: ho seguito tutte le sei stagioni di Gossip Girl, ma mi rendo conto che non tutto quello che vedo è di qualità eccelsa. 

Gli abiti stupendi, le trame amorose e le storie inizialmente interessanti si rivelano più noiosi, banali e assurdi man mano che le stagioni vanno avanti. Non solo perché Chuck vende Blair a suo zio per un albergo, ma perché per questi ragazzi i complotti sono all'ordine del giorno: Blair arriva a sposarsi con un principe della famiglia Grimaldi, tutti credono di essere meglio di FBI e polizia  e risolvono i problemi con minacce e sotterfugi, ottenendo quasi sempre quello che hanno non certo per merito. La distanza dalla realtà aumenta più si va avanti con la serie.

Iniziata con un punto di vista più obiettivo e "sociale", con un giovane Dan che si innamora della It girl Serena, inizialmente
Serena Van Der Woodsen, 
da Wikipedia
inarrivabile ma che poi diventa l'amore della sua vita, finisce con una scalata al successo a discapito di tutto e tutti per poter far parte dell'Upper East Side, solamente perché così si afferma come individuo. 

I rimandi a The O.C. (2003-2007) sono diversi: dalla protagonista bella e inarrivabile per il non eletto, incline alla dipendenza da alcool e droghe, ai genitori padroni che impongono le loro scelte ai figli. 
Tema adolescienziale/pre età adulta anche Pretty Little Liars (2010-2017), con un tocco di mistery e crime che ha mantenuto le sette stagioni interessanti, anche se al limite dell'assurdo per certi casi.

I capi d'alta moda si susseguono di scena in scena, così come scarpe e borsette, tanto da essere stati i veri protagonisti di numerose scene. Chiaramente tutte le ragazze che hanno seguito GG hanno desiderato gli outfit di Serena e Blair (non dite di no, state mentendo ;) ) 

Qui un esempio con i look più belli di Serena/Blake Lively

C'è da dire che i personaggi, benché alcuni evolvano da perfidi cattivi
Charles "Chuck" Bass, da Wikipedia
(Chuck Bass, Jack Bass) a buoni, sono coerenti con il loro carattere e la loro evoluzione.

Chuck, con la sindrome del figlio non amato dal padre, riuscirà a mostrare il suo cuore e il suo affetto, guadagnando anche una morale (nelle prime stagioni era solito accompagnarsi ad alcool e prostitute).
da IMDB
Blair, che nei suoi sogni interpreta i film di Audrey Hepburne, da spietata cospiratrice cresce e impara a smettere di confrontarsi con gli inganni e a dimostrando sincerità in amore e serietà nel mondo del lavoro.
Nate durante le stagioni diventa sempre più inutile, tanto che viene detto anche all'interno della serie (Dan scrive un libro sull'Upper East Side e lui non ha neppure un personaggio tutto suo, al contrario degli altri); nelle ultime due stagioni tuttavia acquista più spessore e da toy boy si trasforma in uomo d'affari impegnato. C'è da dire che anche lui, come Serena, si è divertito parecchio tra le lenzuola passando dalla bionda a Blair, da una contessa a Liz Hurley, per finire con un'anonima studentessa (Sage, interpretata da Sofia Black-D'Elia).
La più prevedibile e statica di tutti resta Serena, che immancabilmente cade tra le braccia di chi le dimostra un po' di interesse e di affetto (Nate, Dan, ancora Nate, Carter Baizen, Trip Van Der Bilt, Colin, Ben, Steven Spence, Dan di nuovo e molti altri).
L'ultima stagione è rivelatrice di questi comportamenti perché Dan, disposto a tutto pur di entrare nell'élite di Manhattan, scrive dei racconti sugli amici definendo Serena proprio in questi termini.


Lily, da Wikipedia
Molti sono i personaggi secondari che conosciamo durante i 121 episodi. Ricordiamo qualche attore che abbiamo visto più volte.
L'elegante Kelly Rutherford (Pretty Little Liars: The Perfectionist, Dynasty)nei panni della madre di Serena (è da lei che ha preso il suo essere una ragazza facile), coi capelli sempre perfetti e diversi mariti al suo fianco. 
Sebastian Stan (il soldato d'inverno amico di Capitan America)che interpreta Carter Baizen, ricco bad-boy nemico/amico dei protagonisti.
Elizabeth Hurley (Austin Powers, The Royals) nel ruolo della milf Diana Payne; Michelle Trachtenberg (Buffy the Vampire Slayer) nei panni della perfida Georgina Sparks, outsider anche se facente parte dell'élite; due donne della Arrow Gang cioè Katie Cassidy (Black Canary) e Willa Holland (Speedy, già comparsa in The O.C.); Kristen Bell (Veronica Mars, Bad Moms)che si rivela non essere Gossip Girl ma che le ha dato la voce per sei stagioni.


Il mio giudizio:

Una serie di ragazzini che fingono di essere adulti, rovinando rapporti, amicizie, feste ma con dei vestiti quasi sempre stupendi. Godibile come serie senza troppi contenuti, con una buona colonna sonora, ma che perde molti personaggi di contorno, dimostrando la poca attenzione loro rivolta. Si poteva fare di meglio, ma ho visto anche ben di peggio.

A voi è piaciuta? Cosa ne pensate di Gossip Girl?