lunedì 25 febbraio 2019

The Artist: una dichiarazione d'amore al cinema

Dato che ieri sera si è svolta la notte degli oscar 2019 ho deciso di parlarvi di un film che nel 2012 di Oscar ne ha vinti ben 5: The Artst (id., 2011)Miglior film, Miglior regia (Michel Hazanavicius), Miglior attore protagonista (Jean Dujardin), Miglior colonna sonora, Migliori costumi: su dieci nomination ha portato a casa cinque statuette, tutte meritate. 
Immagine da IMDB.COM

The Artist narra la storia del divo del cinema muto George Valentin (Jean Dujardin, The Wolf of Wall Street, Il ritorno dell'eroe)  in un periodo importante della storia del cinema: il delicato passaggio dal muto al sonoro. Prima gli attori, anzi, gli artisti come Valentin, in assenza di parole riuscivano a trasmetterci quello che pensavano e provavano attraverso la gestualità e la loro mimica facciale. Con l'introduzione del sonoro parole, dialoghi e musica risuonano nelle sale cinematografiche e gli attori si devono velocemente adeguare a questa importante novità tecnologica. Ma Valentin non riesce ad integrarsi in questo mondo, rifiuta la novità che sta cambiando il cinema per come lo aveva vissuto e contemporaneamente vede la giovane Peppy (Bérénice Bejo) farsi strada e diventare famosa, mentre lui rimane immobile e si autodstrugge.
Il film è un grande omaggio al cinema muto: non presenta dialoghi, è accompagnato per tutto il tempo da una musica che si accorda perfettamente alle scene, tanto da esserne parte integrante. I rumori, cioè il sonoro diegetico, sono quasi del tutto assenti. Per chi non è abituato a guardare un cosiddetto film "muto" inizialmente farà un po' di fatica, ma superatela perché non ne rimarrete delusi.
Vedere un film contemporaneo senza ascoltare dei dialoghi mi ha fatto riflettere sull'importanza della capacità recitativa degli attori, della scenografia, della musica e dell'integrazione di tutto questo in una superba regia. Perché solo un grande regista riesce a fare quello che più di un secolo fa era il cinema degli esordi, senza risultare pesante o fuori dal tempo, ma anzi creando quasi una magia sullo schermo.
Gli attori sono fantastici: proprio come quelli del cinema degli esordi non ti fanno distogliere lo sguardo dallo schermo per la loro bravura, fatta di mimica facciale (appositamente enfatizzata all'inizio del film), movimenti, presenza scenica. I due protagonisti riescono a trasmettere le loro emozioni e i loro pensieri, tanto che i cartelli dei dialoghi risultano spesso superflui. 
La fotografia è sublime, il bianco e nero è così caldo e realistico che ci si dimentica subito dell'assenza dei colori, perché in realtà sono già sullo schermo.
The Artist è un film che va visto, gustato e apprezzato per la sua perfezione. Se non lo avete già fatto godetevi questo ritorno al passato, che spero possa farvi venire voglia di vedere e apprezzare le pellicole degli anni '10 e '20.




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