giovedì 6 settembre 2018

I Puffi: puffa di qua, puffa di là e li troverai a NY


Il film dei Puffi è veramente puffoso!
Dopo le numerose serie animate e il merchandising relativo nel 2011 è stato prodotto il primo lungometraggio di grafica computerizzata mista ad azione dal vivo sugli esserini blu.
Dopo esserci abituati a vederli nel loro habitat naturale per avvicinarli maggiormente al pubblico contemporaneo in questo film i puffi sono stati "svecchiati", puffati e teletrasportati a New York, città dalla quale rimangono affascinati (vedere sigla finale con foto di ricostruzione del villaggio dei Puffi).
Gli attori in carne ed ossa che hanno collaborato al film finiscono per essere poco più che macchiette, come spesso accade ai film contemporanei a tecnica mista (Garfield, Alvin and the Chipmunks), rendendo ridicoli questi professionisti. Ad esempio è imbrazzante la scena in cui i Puffi e l'umano Patrick (Neil Patrick Harris, volto noto per aver interpretato il leggendario Barney di How I Met Your Mother) cantano, suonano e ballano Walk This Way degli Aerosmith, scenetta puffmusicale della quale si poteva assolutamente farne a meno. Dopotutto nella colonna sonora è già presente la sempreverde e puffosa La la la la laaaa (o qualcosa di simile), cantata dai pufftagonisti. Altro non ci serviva. 
Apprezzabile Hank Azaria (nome che avrete sicuramente letto nei titoli di coda de I Simpson, nei quali doppia i personaggi di Boe, Carl e il Commissario Winchester) che interpreta il poco puffoso Gargamella, intenzionato a rapire tutti i piccoli Puffi per trarne un potere superpuffoso.
La storia purtroppo è alquanto scontata e presenta un alto grado di prevedibilità ma è più importante puffare che seguirla! E' chiaro fin dall'inizio che il povero sfigato e combinaguai Tontolone alla fine diventerà l'eroe della situazione e salverà il suo popolo dalle grinfie del malvagio Gargamella. 
Alcuni omaggi cinematografici fanno sorridere, anche se sono già stati citati in innumerevoli pellicole. Una su tutte: Puffetta con un nuovo abito (un nuovo abito, ma vi rendete conto?!) che sopra una grata dell'aria si atteggia come Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza. Fortunatamente Coraggioso la raggiunge per dare una rinfrescata alle sue parti basse, dando fine a questa "strizzata d'occhio". Ma non si guarda un film così per la trama, no?
I Puffi ricreati a computer sono molto puffosi: la loro pelle è molto realistica anche se di colore blu, i movimenti sono fluidi e credibili. Ricordano molto le creaturine con le quali puffavamo da piccoli, come il villaggio stesso: le casette, la foresta incantata, il popolo dei Puffi presentano le caratteristiche ormai indelebili nella nostra memoria, riportate su grande schermo (o su grande televisore se, come me, l'avete visto su questo mezzo di comunicazione di massa). La carrellata dei Puffi più famosi è un puffoso omaggio a quelli che sono cresciuti con loro.
A parte il fatto che in questa recensione paradossalmente ho usato maggiormente io il termine "puffoso" e il suffisso "puff" rispetto al film, se volete fare un puffo nel passato visto con la tecnologia contemporanea, apprezzando dei begli effetti speciali godetevi questo filmetto, al quale sono già puffato i due sequel nel 2013 e 2017 (che probabilmente non pufferò in questo blog).




martedì 4 settembre 2018

Chronicle: giovani con superpoteri crescono


Chronicle (2012) è un film diretto da Josh Trank (sceneggiatore de I fantastici 4 del 2015) che narra le vicende di giovani studenti che hanno a che fare con dei poteri fuori dall’ordinario.
Andrew (Dane DeHaan, Valerian e la città dei mille pianeti, Amazing Spiderman 2) è un ragazzo introverso e solo che fatica a relazionarsi con gli altri, anche a causa di una situazione familiare complicata (la madre malata e il padre alcolizzato). Steve (Michael B. Jordan, Creed, Black Panther) è l’idolo degli studenti, amato da tutti e vuole occuparsi di politica. Matt (Alex Russell, Carrie, la serie tv S.W.A.T.) è amico di Steve e cugino di Andrew ed è innamorato di Casey (Ashley Hinshaw, True Detective, The Arrangment), una ragazza con un blog sul quale pubblica i video girati con la sua telecamera.
Quando i tre ragazzi vengono in contatto con qualcosa di misterioso acquistano il potere della telecinesi, riuscendo addirittura a volare. Andrew è quello che ha più potere di tutti, ma è anche pieno di rabbia per la sua situazione familiare. I tre diventano amici ma come è ovvio il potere ha un lato oscuro se usato senza regole (o in questo caso violandole) e senza limitazioni: porta alla morte di chi si ha vicino e all'autodistruzione se non si trova in tempo la via della redenzione.
La trama non è affatto nuova, ma l’innovazione in un film come questo è il modo in cui viene narrata: tutto quello che si vede sullo schermo è ripreso dalle telecamere presenti all'interno storia, quello che non è registrato non è raccontato. In primis vi è la telecamera di Andrew, che sembra acquistare vita propria tanti sono i poteri del ragazzo, poi ci sono la telecamera di Casey, quelle di sorveglianza, quelle della polizia, etc.
Anche se il metodo di narrazione è già stato usato in altri film in Chronicle funziona benissimo e non è forzato, integrandosi perfettamente con la storia: ad esempio Andrew inizialmente compra una telecamera per "uscire" dal suo mondo, poi la utilizza per filmare i progressi dei poteri che ha acquisito. Il fatto che il film venga narrato attraverso questo punto di vista enfatizza l'epoca in cui viviamo nella quale tutto è in vista, tutto è pubblico e siamo sempre connessi. Social network, youtube, webcam, cellulari con fotocamera: sono tutti elementi che mostrano ciò che vediamo e che ci collegano al resto del mondo.
Durante la battaglia finale ci si chiede chi stia riprendendo in quel momento, ma in realtà non ha importanza, perché sicuramente qualcuno avrà avuto la possibilità di farlo: Casey, la polizia, uno spettatore che si è trovato lì in quel momento.
Se ci si abitua alle riprese con camera a mano e camera in volo il film è piacevole a vedersi. Sicuramente è diverso da quelli cui siamo abituati a vedere con supereroi e superpoteri. Chronicle è un film a "basso budget" in confronto a quelli che trattano simili argomenti (Avengers Infinity War è costato circa 300 milioni di dollari): è costato sui 12 milioni di dollari e fino a tre quarti di film ci si chiede dove li abbiano spesi. Infatti è solamente nell’ultima parte che gli effetti speciali sono in primo piano. I tre protagonisti sono attori che all’epoca del film avevano poca esperienza cinematografica, per lo più televisiva, e il regista ha cercato di non rendere invasiva la computer grafica riprendendoli durante il volo appesi a un macchinario davanti a un green screen, al quale sono stati integrate successivamente le immagini.
Possiamo definire Chronicle non un film di supereroi ma di teenagers che affrontano la vita. Questo è il lato interessante della trama: la persona con i suoi dubbi, i suoi problemi, le sue insicurezze è al centro di tutto. L’acquisizione di questi super poteri è una metafora della crescita e del viaggio della vita che questi ragazzi stanno affrontando.
Se vi aspettate una spiegazione finale rimarrete delusi: non si scopre cosa ha dato i poteri ai ragazzi, questo è un viaggio che è appena iniziato ed è proprio il viaggio stesso ad essere importante. 
E' stato proprio il finale che mi è piaciuto e mi ha fatto venire voglia di raccontarvi questo film.



sabato 1 settembre 2018

Fanboys: only for Star Wars fan



Attenzione, fan di Star Wars
Se non avete visto questo film dovete assolutamente rimediare perché Fanboys (2009) è una dichiarazione d'amore alla trilogia originale di quello che ora è diventato il business di Star Wars. Ormai siamo abituati a sentir parlare dappertutto di Guerre Stellari dati i cartoni animati, la nuova trilogia e i nuovi film che abbiamo visto negli ultimi anni. Inoltre è citato in film e serie tv (come The Big Bang Theory ad esempio) in quanto non solo facente parte della cultura nerd/geek ma anche dell’immaginario comune, tanto che in pochi non sanno riconoscere il respiro di Darth Vader.
Gli amanti e i fan della saga, anche i più puristi, non possono non rimanerne affascinati da Fanboys e ridere delle gag che coinvolgono tutti i personaggi.
La trama è semplice: nel 1998, un anno prima dell'uscita di Episodio I - La minaccia fantasma, un gruppo di amici decide di introdursi nello Skywalker Ranch di George Lucas in California per cercare di vedere in anteprima il film che tanto attendono. Vogliono compiere questa pazza impresa contro la legge perché uno di loro è malato di cancro e i medici gli hanno dato tre mesi di vita, quindi non farà in tempo a vedere il film nelle sale l’anno seguente.
Amici che si rincontrano dopo anni, amori che sbocciano, pericoli condivisi rafforzeranno il rapporto di questi ragazzi e motiveranno la loro missione.
Il film è un susseguirsi di citazioni e di omaggi a Star Wars: i ragazzi non solo possiedono action figure e magliette della saga ma uno di loro, Hutch (Dan Fogler, Animali fantastici e dove trovarli), guida un furgone nero sul quale ha dipinto l'immagine della locandina di Episodio IV. Sul tetto c'è la testa di R2-D2 (C1-P8 nella versione italiana) che emette i suoi classici suoni, il clacson è l'urlo di Chewbacca e le tendine appese ai vetri raffigurano i personaggi della saga (un furgone che molti fan vorrebbe avere, ammettiamolo).
I nostri protagonisti vengono anche coinvolti in una rissa con dei Trekkie (termine dispregiativo per i fan di Star Trek, che preferiscono chiamarsi Trekker), che rincontreranno a Las Vegas mentre scappano da un fan di Star Wars che gestisce un giro di escort (Seth Rogen, Tale padre di cui abbiamo già parlato dove ha lavorato come qui con Kristen Bell), tatuato con i simboli dei ribelli, dell'impero e con Jar Jar Binks insieme al piccolo Anakin Skywalker sulla schiena.
Innumerevoli le guest star che recitano in questo film: Carrie Fisher in versione dottoressa (stupenda la scena in cui Linus le dice "Sei la mia unica speranza" e, dopo aver ricevuto il suo benestare per uscire dall'ospedale, la bacia dicendole "Ti amo" e lei gli risponde "Lo so". Se non avete capito  a cosa mi sto riferendo rimediate guardando la trilogia originale n.d.M.), Billy Dee Williams (Lando Calrissian) in versione di giudice, Danny Trejo (il Capo che ripara il furgone e rifornisce Linus di peyota), William Shatner (che interpreta se stesso), Kevin Smith e Jason Mewes.
Divertitevi cimentandovi anche voi a rispondere alle domande che alcuni personaggi rivolgeranno ai nostri protagonisti per capire se sono veri fan di Star Wars! Solo così potrete sapere se ce l'avreste fatta a superare questa nobile impresa.
In conclusione vi consiglio di vedere questo film: leggero e divertente, vi riporterà indietro nel tempo in quegli anni in cui attendavate con ansia che Episodio I uscisse al cinema convinti che, per la fiducia che riponevate in Lucas, sarebbe stato un capolavoro.





Fanboys Trailer Originale