giovedì 9 agosto 2018

Logan, l'ultimo grande X-Men

Violento, senza legge né regole, triste e pervaso da una mancanza di speranza, Logan è l’ultimo (?) capitolo della vita di uno degli X-Men più amati, Wolverine.
Vediamo un Logan (Hugh Jackman) diverso da quello cui siamo abituati: stanco, vecchio, malato, più egoista e triste del solito. Così triste che la sua rabbia e la sua forza sono sopite sotto l'enorme peso della responsabilità di gestire uno Charles Xavier anziano, instabile e malato. Sembra che il peso del mondo sia sulle sue spalle, anche a causa di tutti quegli anni vissuti sulla Terra. 
Logan è uno degli ultimi superstiti della sua razza, in quanto non ci sono più mutanti sulla Terra: si sono inspiegabilmente quasi estinti e non ne nascono di nuovi ormai da troppi anni.
Abbiamo conosciuto Wolverine come un combattente nato (la sua prima apparizione interpretata da H. Jackman è in X-Men del 2000 di Bryan Singer),che non si arrendeva mai neanche di fronte alla sconfitta e alla morte, sempre in prima linea a difendere gli altri. Ora è solo e semplicemente Logan, un uomo che di mutante ha solo i suoi lontani ricordi, che arranca come molti facendo un lavoro che non ama per guadagnare e mantenere i suoi cari. La sua famiglia è Charles Xavier, non il giovane idealista di James McAvoy ma un vecchio e malato Patrick Stewart, ormai ultranovantenne, che ha bisogno di costante controllo. In questo Logan è aiutato da Calibano (Stephen Merchant), uno stanco mutante albino che non può esporsi alla luce del sole. Logan e Calibano arrancano, sopravvivono senza più quella scintilla e quegli ideali tipici degli X-Men.
Fortunatamente però Charles è ancora il Professor X, la cui scintilla esiste ancora e riesce a intravedere la speranza per il futuro dei mutanti anche nelle appannate tenebre non appena vede Laura (la prima volta sul grande schermo per la piccola e dotata Dafne Keen), una bambina con le lame di adamantio su mani e piedi, sola, diffidente e piena di rabbia (se vi ricorda qualcuno siete sulla strada giusta).
Inizia così il viaggio per portarla in salvo, per condurla in quell’Eden che per Logan non esiste, ma, come dice Xavier, "per lei sì". La salvezza non è tanto un luogo fisico, reale, con difese verso il nemico, ma è quel luogo che puoi chiamare casa perché con te ci sono i tuoi amici, la tua famiglia e un futuro a cui pensare. E questo Logan lo capirà, ma solo alla fine, e si ricorderà che combattere per i propri cari, per i propri simili, è il sentimento che lo ha sempre animato nel passato.
Ritroveremo finalmente Wolverine, non tanto il mutante immortale che guarisce da ogni ferita e con una forza straordinaria, ma il Wolverine che ha salvato Rogue dandole il suo potere di rigenerazione, il Wolverine con sentimenti che ha portato in salvo i piccoli mutanti della scuola quando era sotto attacco, che ha ucciso Jean Grey per fermare Fenice.
Tra le tinte calde del deserto e quelle fredde del bosco, per le vie di una grigia città che sembra aver dimenticato gli X-Men e le battaglie che hanno combattuto, ci sono gli ultimi passi dell'ultimo mutante, che dietro al simbolo di una X porta con sé la speranza e la voglia di vivere, non di sopravvivere.
James Mangold (Walk the Lane, Wolverine - L'immortale) ha creato un canto del cigno del personaggio interpretato da Hugh Jackman, che ha affrontato ancora una volta se stesso e i suoi ideali facendo un viaggio introspettivo di pari portata a quello che ha affrontato nella trilogia degli X-Men di Singer. 
Vi confesso che ancora oggi quando sento l'intramontabile Hurt interpretata da Johnny Cash divento un po' triste e malinconica per alcune immagini del film che mi tornano alla mente. 



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