mercoledì 29 agosto 2018

Pacific Rim: spegni il cervello e basta.



Ciao a tutti, oggi vi voglio raccontare la mia esperienza di qualche anno fa all’anteprima (gratuita) del film Pacific Rim e di quanto (poco) abbia apprezzato questo film.
Mi ricordo che seduti nelle poltrone attendendo l’inizio del film ci è stato imposto di spegnere qualsiasi dispositivo elettronico, pena l'espulsione dalla sala. Il mio tacito commento mentale "ma secondo te 'sta roba la voglio registrare?!" mi ha ben predisposta alla visione di questo film, un collage di prevedibilità e di clichè che si susseguono fin dai primi minuti.
Capire chi sopravvive e chi muore è il primo passo, il secondo è capire chi si immolerà per l'umanità, il terzo è aspettare che termini la proiezione. Ci sono infatti: l'uomo di colore sacrificabile (ricordiamo tutti Scream, vero?), lo sbruffone che si redimerà (dopo le prime parole offensive verso il protagonista il mio "taci, che poi questo ti salverà la vita" si è rivelato vero), il padre fiero (Max Martini, di cui ho apprezzato la recitazione, che ha poi interpretato Taylor dei film 50 sfumature), la macchietta fine a se stessa (Ron Perlman alias Hannibal Chau, Hellboy), l'eroe (Charlie Hunnam, King Arthur, Sons of Anarchy) che può saltare convenevoli e primi appuntamenti perché sa già tutto del passato della bella di turno (Rinko Kikuchi, 47 Ronin) e può passare direttamente in seconda base sono solo i primi personaggi prevedibili che mi vengono in mente (il mio cervello mi ha chiesto “E ora che cosa faccio per le prossime due ore?!” la mia risposta è stata di mettersi quieto e di dormire).
L'americano medio ha apprezzato abbastanza questo film (ha incassato più di 101 milioni di euro), tanto che nel 2018 è uscito il sequel con John Boyega, star della nuova trilogia di Star Wars (ma ce n’era veramente bisogno? Di entrambi dico… n.d.M.). L’americano medio si rispecchia nel film anche quando il robottone del protagonista trascina una nave per Hong Kong e la usa come mazza da baseball: non può mancare un riferimento sportivo in un film come questo!
La recitazione lascia a desiderare e culmina con la scena finale in cui il volto del protagonista dovrebbe esprimere i suoi più profondi sentimenti che sono però del tutto assenti, come fossero scappati (cosa che avrei dovuto fare dalla sala...).
Le ovvietà e l'assenza di qualsiasi colpo di scena affossano Pacific Rim, omaggio ai film giapponesi con protagonisti i kaiju (mostri enormi come Godzilla) e agli anime e ai fumetti con i robottoni.
Peccato perché le potenzialità iniziali erano davvero tante: kaiju con gli effetti speciali dell'era digitale, robot enormi che richiamano gli anni '80 e il pubblico affezionato, la possibilità di avere una trama intricata e interessante. Tutto questo si è risolto solamente in effetti speciali stupefacenti ma fine a se stessi. Neppure la critica all'uomo che sta distruggendo il pianeta (per questo i kaiju sono tornati dopo millenni, perché le condizioni attuali permettono lori di vivere) non salva la trama, in quanto questo dettaglio è posto in maniera superficiale e non viene approfondito.
Insomma Guillermo del Toro che ha creato film quali Hellboy (con Perlman anch’esso), Il labirinto del fauno ha poi diretto e scritto Pacific Rim. Qualcosa non quadra…
Per concludere: per fortuna avevo vinto il biglietto e non l’avevo comprato!

Ma il trailer ve lo lascio comunque... ;)





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