martedì 28 agosto 2018

I tre moschettieri: un cast eccezionale per un gran film

La storia de I tre moschettieri di Alexandre Dumas è stata portata sugli schermi più e più volte (la prima dovrebbe essere stata quella italiana nel 1909), tanto che ormai la conosciamo tutti anche non avendo letto il libro (fatelo, è molto bello. n.d.M.). 
La versione di cui parliamo oggi è stata portata sugli schermi nel 1948 con Gene Kelly (Cantando sotto la pioggia, Un americano a Parigi) nel ruolo di D'Artagnan.
Ballerino fin da quando era piccolo, Kelly trasforma i duelli con i moschettieri e con gli uomini del Cardinale Richelieu in dei veri e propri balletti con un ritmo e una precisione tale da farci riconoscere subito la sua capacità di ottimo danzatore. Che sia un palo della luce o una fontana in un parco parigino non cambia: Kelly sta ballando, lo sta facendo bene e i nostri occhi sono incollati allo schermo per cogliere i suoi movimenti. 
Arrivato dalla Guascogna con il suo cavallo, il giovane irruento D'Artagnan ha come unico scopo quello di diventare un moschettiere del re ma a causa del suo carattere sanguigno incappa subito in tre duelli uno di seguito all'altro con i moschettieri più capaci di Parigi: Athos (Van Heflin, Quel treno per Yuma), Porthos (Gig Young, Il visone sulla pelle) e Aramis (Robert Coote, Starway to Heaven).
I quattro diventano poi amici e il giovane guascone viene accolto nei moschettieri e si innamora della bella Costanza (June Allyson, La figlia di Caino), che lo coinvolge nel nascondere la tresca tra la Regina Anna (una giovane e affascinante Angela Lansbury) e il Duca di Buckingham (John Sutton, Jane Eyre). A complicare le cose c'è il Cardinale Richelieu (un superbo Vincent Price, I dieci comandamenti)che insieme a Lady de Winter (una bravissima Lana Turner, Peyton Place, Il postino suona sempre due volte)cerca di rovesciare il regno di Luigi XIII (Frank Morgan, Il mago di Oz).
La prima parte del film scorre molto velocemente, fin troppo, tanto che si passa da un'inquadratura in Guascogna a una di Parigi in un secondo e il racconto è denso e pieno di fatti (il nostro protagonista e Costanza si innamorano al primo incontro). 
La seconda parte scorre invece più lentamente, sembra più adulta e introspettiva e approfondisce maggiormente i personaggi, in special modo quello di Athos. L'interpretazione a tratti comica e a tratti intensamente drammatica di Van Heflin oscura Gene Kelly, tanto che ci si commuove con il moschettiere per il suo amore tormentato e la sua vita di sofferenza. 
La regina Anna ha un ruolo marginale, ma la Lansbury la interpreta con sentimento. La donna che fa la padrona in questa pellicola però è Lady de Winter: tutti subiscono il suo fascino, anche il fedele D'Artagnan, e lei riesce ad ingannare tutti tranne una persona... Lana Turner fa qui un'interpretazione fantastica: la cattiva del film è il personaggio femminile più riuscito e la sua recitazione è intensa, in special modo quando è prigioniera nel castello di Buckingham.
Se pensiamo agli anni in cui è stato girato I tre moschettieri gli sfondi su tela non li notiamo quasi e apprezziamo molto la caratterizzazione degli ambienti e delle scene, in special modo gli inseguimenti a cavallo. Questi animali scendono dai dirupi e li risalgono, corrono al galoppo davanti alle macchine da presa con una maestria e precisione che è un vero spettacolo vederli. Il regista George Sidney ha esaltato al massimo questi animali e nelle scene in cui sono presenti sono i veri protagonisti.
Rivedere questo film senza gli effetti speciali cui siamo abituati ai nostri giorni mi ricorda che, seppur con una recitazione teatrale enfatizzata, si può far molto per rendere realistica una storia con dei bravi attori, delle belle location e tanto impegno.
Vedrete infatti D'Artagnan fare acrobazie, saltare in groppa al suo cavallo, scalare il palazzo reale a mani nude il tutto con un realismo pari a quello contemporaneo. L'importanza data ai personaggi e alla storia è fondamentale e non importa che l'Inghilterra sia identificata solamente dall'inquadratura del castello di Buckingham, conta quello che sta accadendo e si sta dicendo e questo lo fanno tutti molto bene.


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