domenica 9 giugno 2019

The Host (2013): una piacevole sorpresa firmata Meyer


La maggior parte dei film tratti da libri (The Host di Stephenie Meyer, l'autrice della saga Twilight per intenderci) mi attirano ma mentre li guardo divento scettica, fino a restarne delusa. 
Il libro della Meyer non è male: che piaccia o meno, lei scrive bene e le sue storie ti coinvolgono. Possono ovviamente non piacere i vampiri che brillano alla luce del sole (sappiamo tutti che i veri vampiri non brillano al sole!) ma è capace di scrivere, questo è indubbio.
Dopo i primi tre minuti del film però ero scettica se andare avanti o meno nella visione, ma proseguendo fortunatamente è migliorato.
Le prime parole della voce narrante sono oscure, d'effetto e particolarmente inquietanti: “il mondo è in pace, la guerra non esiste più”, ma  è stato subito spiegato tutto nei dettagli.
Degli alieni chiamati Anime sono arrivati sul nostro pianeta e hanno creato una civiltà pacifica, sincera, che vive secondo le regole, salvando così la Terra dall'autodistruzione. Unica pecca: le Anime per far questo si sono impossessate degli esseri umani, entrando nei loro corpi e rendendoli succubi alla loro volontà. Chi è sotto il controllo degli alieni si distingue per il colore azzurro ghiaccio brillante che assumono gli occhi e il passaggio sembra irreversibile.
Se il film fosse iniziato con la scena seguente, cioè con Melanie (Saoirse Ronan, Hanna) che lotta contro queste Anime e si getta da una finestra forse l'interesse sarebbe scaturito subito.
La storia non è originalissima: degli alieni che per vivere si impossessano dei corpi degli esseri umani e li "infettano" quasi tutti tranne alcuni che combattono per rimanere se stessi sa di già visto e già letto. Ma è il modo di raccontarlo del libro (ve lo consiglio) e della recitazione della Ronan nel film che intriga e ti coinvolge durante la visione. Infatti ha saputo creare una perfetta ambivalenza nel suo personaggio: le anime di Melanie e di Viandante/Wanda coesistono nel corpo della ragazza, mostrando i diversi sentimenti e i pensieri che le accompagnano, tanto da riuscire a distinguerle.
La Meyer non ha resistito ad inserire l'ennesimo triangolo amoroso, ma questa volta è più complesso, perché si trasforma in un quadrato. Melanie e Jared si amano (Max Irons, The White Queen), ma Wanda si è innamorata di Ian (Jake Abel, Peercy Jackson e gli dei dell'Olimpo) che nonostante le differenze tra loro e l'iniziale ostilità si è affezionato a lei.
Recitato da attori bellocci per attirare le teenager resta comunque interessante per le dinamiche tra i personaggi tra i quali spiccano, oltre alla Ronan, un emozionante William Hurt (A history of violence), nella parte di Jeb alias lo zio di Melanie, e una testarda e gelida Diane Kruger (Bastardi senza gloria), alias la Cercatrice.
Convivere con le Anime o eliminarle definitivamente? Liberarsi di loro uccidendole o rimandarle nello spazio?
Queste le domande che portano alla luce questioni ben più complesse e contemporanee, come la paura del diverso, l'integrazione, la condivisione e il convivere con qualcuno di così diverso nella forma ma non nella sostanza.
Sentimenti che uniti ai paesaggi desertici mozzafiato fanno di questo film una inaspettata piacevole pellicola, nonostante le differenze con il libro che vi consiglio di leggere, soprattutto per le dinamiche d'interazione Melanie/Viandante.


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