martedì 4 giugno 2019

Dylan Dog il Film: leggetevi i fumetti, vi prego...

Il film di cui vi parlo oggi è Dylan Dog - Il Film, alias una perdita di tempo colossale. 
Potrei già chiudere qui la mia recensione, ma vorrei condividere con voi perché i 107 minuti di durata di questo film sono stati molto sofferti.
Innanzitutto ho preso un abbaglio colossale premendo play sul telecomando per guardare questo film. La presenza di Brandon Routh (Superman Returns, The Legends of Tomorrow) mi ha abbagliata, in quanto in Superman Returns e in Arrow mi era piaciuto (lui, non il film su Kal-El!).
Il fatto che Dylan Dog sia stato un insuccesso è indice dell'intelligenza del pubblico medio. Un film che inizia con la classica bionda carina che cucina al buio (al buio!!!) e scalza ha fatto sì che prendessi subito carta e penna per poter dar libero sfogo alla mia vena polemica. 
"Perché ti lamenti così?! Avresti potuto spegnere la tv! O sei masochista?!" mi direte voi. Ebbene quando inizio un film cerco sempre di finirlo, per serietà, per dargli una possibilità (non è questo il caso) e per rispetto nel lavoro di chi l'ha prodotto.
La sceneggiatura è fin dall'inizio segno di pressapochismo. L'idea di ambientare la storia a New Orleans mal si accosta con il Dylan dei fumetti (cui siamo affezionati e motivo predominante - oltre a Brandon - per spingerci a vedere questo film), che vive a Londra. Se a questo aggiungiamo licantropi, vampiri e zombie che vivono in mezzo agli esseri umani diventa una brutta copia della già brutta serie tv Angel, spin off della mitica serie (e qui non si transige sul "mitica") BuffyThe Vampire Slayer
La trama infatti è un insieme di tutto, ma nessuno ha mai detto agli sceneggiatori che linearità e semplicità sono preferibile a un tutto di niente?!
In mezzo a questi mostri, una ragazza (la bionda che cucina al buio) chiede aiuto a Dylan Dog, ex indagatore dell'incubo ora semplice investigatore privato, per scoprire l'assassino-mostro del padre. Dopo i primi tentennamenti e un altro omicidio, quello del suo amico che si tramuta in una macchietta zombie che dovrebbe essere divertente ma che in realtà non lo è, Dylan accetta dando il via a una battaglia tra non umani.
Il cattivo della situazione, Vargas (Taye Diggs, Chicago), non è male come attore ma non nell'interpretazione di un vampiro senza scrupoli. Lo ricordo infatti nella sua interpretazione comica di James in Will & Grace, uomo amato da Will che sposa Grace per restare negli Stati Uniti, in quanto canadese con visto scaduto.
La risoluzione della battaglia è scontata in quanto priva di colpi di scena. Il vampiro trasformato in super-mostro perfino si nasconde durante il combattimento contro l'inerme, ma a quanto pare indistruttibile, Dylan! Ma per piacere!!!
La morte della bionda, scopertasi cacciatrice di mostri, non è di alcuna importanza e non fa provare alcun sentimento, né allo spettatore né all'inespressivo Brandon Routh, i cui primi piani sono inutili durante tutto il film, come pure i suoi muscoli ostentati.
Gli effetti speciali sui licantropi sono alquanto deludenti, ricordano quelli delle prime stagioni di Buffy. Gli unici effetti degni di nota sono quelli sugli zombie: le pustole in faccia dei personaggi sono nauseanti, proprio come dovrebbero essere. 
In conclusione: per rifarvi gli occhi e guardare Brandon Routh fate partire Superman Returns.


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