martedì 5 marzo 2019

The Umbrella Academy



Su Netflix spopola la serie tv The Umbrella Academy (id., 2019), di Jeremy Slater tratta dal comics di Gerard Bay (cantante dei My Chemical Romance) e Gabriel Bá: The Umbrella Academy - The Apocalypse Suite.
Il fumetto è molto diverso dalla serie tv: invariati rimangono i nomi dei personaggi e i loro poteri, ma la storia, se escludiamo l'imminente fine del mondo, differisce parecchio.
In breve la trama narra di sette bambini, nati nello stesso giorno da madri diverse che al mattino non erano incinta, che vengono adottati da Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore, La verità sul caso Harry Quebert a fine mese su Sky), eccentrico milionario. Questi non li cresce con affetto come veri figli, ma come dei supereroi con una dura disciplina e dei numeri al posto dei nomi. 
Anni dopo diventati adulti si riuniscono per i funerali di Sir Reginald, dimostrando quanto siano dei disadattati con notevoli problemi relazionali. Uno dei fratelli, Ben (Justin H. Min), è morto ma Klaus (Robert Sheehan, Macchine mortali, Shadowhunters - Città di ossa) lo vede costantemente in quanto il suo potere è quello di mettersi in contatto con i morti (quando non è ubriaco o fatto) e una è stata allontanata dalla famiglia per aver scritto un libro sulla loro infanzia. Questa è Vanya (Ellen Page, Juno, Inception), che all'apparenza non ha poteri ma solo una grande passione per il violino.
Ritornando dal futuro con le sembianze di un bambino di dieci anni, Numero Cinque (Aidan Gallagher) avverte gli altri che la fine del mondo è vicina e che devono cercare di evitarla. Tra assassini che viaggiano nel tempo quali Cha-Cha (la cantante Mary J. Blige) e Hazel (Cameron Britton), violenza e tanti non detti la serie continua per dieci episodi, lasciando un finale aperto che ci fa presumere (e attendere) una seconda stagione.
Partito un po' a rilento il primo episodio, ho continuato a vederla e mi ha appassionata, incuriosendomi a tal punto da leggere il fumetto. Devo dire che è una delle rare volte che ciò che è stato ricreato per il piccolo (o grande) schermo mi è piaciuto di più dell'opera da cui è tratto, complici gli interpreti che hanno dato vita ai personaggi.
Prendiamo ad esempio Vanya: pensa di essere "normale", cioè senza poteri, e questo l'ha portata a essere mediocre in tutto quello che fa, non si crede abbastanza brava, bella, intelligente. La recitazione della Page, con un'espressività quasi assente inizialmente, ci fa pensare allo squallore della sua esistenza, al fatto che non le basta avere avuto l'affetto dei fratelli, perché l'ha distrutto pubblicando un libro con i loro segreti. Il voler essere qualcuno l'ha condotta ad essere quasi un fantasma e il suo incedere e i suoi movimenti ne sono uno specchio. Solo quando riceve delle attenzioni da parte di Leonard (John Magaro) inizia a guardarsi con occhi diversi.

Altro interprete molto bravo è Aidan Gallagher: il suo Numero Cinque è un vecchio di circa sessant'anni incastrato nel corpo di quando ne aveva dieci. Solo così è riuscito a tornare indietro dal futuro per cercare di stravolgere il destino dell'umanità. Dalla recitazione di Gallagher emergono chiaramente la consapevolezza e la conoscenza che va oltre quella di un bambino, insieme anche agli omicidi commessi per ordine della Commissione (per cui lavorano anche Cha-Cha e Hazel). Ogni volta che compare sullo schermo vestito con la divisa della Umbrella Academy sappiamo che Numero Cinque è un adulto. 
Quello che a mio avviso manca nella serie è un approfondimento delle imprese dei membri della Umbrella Academy quando erano giovani. Qualche scena in più avrebbe approfondito maggiormente i personaggi e dato maggior spessore al contesto, che a primo acchito stravolge in quanto non si capisce bene dove e in che universo sia ambientata la serie. Si dice infatti che i bambini sono nati nel 1989 e chiaramente hanno all'incirca trent'anni, ma non è esattamente il nostro mondo: non ci sono cellulari ma cabine telefoniche, i computer sono solo in biblioteca e sono piuttosto vecchi, le auto non sono così moderne come dovrebbero essere. Sicuramente il fatto che casa Hargreeves ha uno scimpanzé come maggiordomo e una mamma robotica non ha aiutato nel primo impatto con l'ambientazione. Ma basta guardare un paio di episodi per abituarsi.

Interessante è la scelta stilistica di come è stata usata la musica: non parlo delle composizioni classiche suonate da Vanya ma delle canzoni che in certi momenti diventano quasi protagoniste della scena. Non solo il ballo tra Luther (Tom Hopper, Il trono di spade) e Allison (Emma Raver-Lampman), ma le scene importanti sono sempre accompagnate da una canzone, che si stacca dai suoni di accompagnamento degli episodi, diventando preponderante.
In attesa della seconda stagione e di leggere il sequel del fumetto, cioè The Umbrella Academy - Dallas, fatemi sapere se vi è piaciuta la prima stagione.




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